Loading...
Loading...

5 Settembre

Home / Non categorizzato / 5 Settembre

Ascoltare non solo le parole…

 

Non è inusuale sentire parlare di persone che portano con se qualche oggetto, magari per altri insignificante, ma speciale per loro.

Ricordo che da ragazzo, avevo una scatola in cui raccoglievo svariati oggetti, un ritaglio di carta con il mio nome, e da grande oggetti più significativi, per esempio un sasso lisciato dalla corrente di un fiume, un mini coltellino svizzero, una chiave che non so nemmeno quale serratura aprisse.
Una cosa comune di questi oggetti è che vengono investiti di un pezzo di noi stessi, in qualche modo, diventano vivi. Si può anche dire che diventano significativi, “sacri”, grazie all’immaginazione umana. E questo non tanto per il loro valore intrinseco, ma per il valore da noi proiettato su di essi.

Quando non c’è più distinzione tra osservatore e osservato, si parla di una participation mystique.

Questa è una condizione che è utile instaurare quando siamo in una relazione, soprattutto nelle professioni in cui ci prendiamo cura dell’altro.
Parliamo del medico, l’infermiere, lo psicologo, il coach, il life-coach, il genitore e il capo in un azienda.
In tutti questi ruoli, possiamo ottenere risultati molto più significativi quando riusciamo a fondere la nostra presenza con quella del nostro interlocutore.

In un certo senso si tratta di investire la relazione della stessa sacralità di cui sono investiti quegli oggetti.

Una tecnica maestra per fare questo è l’ascolto.
Ascolto non solo delle parole, ma di tutta la persona, senza avere altri pensieri, per esempio quale sarebbe la risposta più intelligente da dire. No, semplicemente ascolto. Essere completamente presente con l’altra persona per tutto il tempo di un colloquio.

Questa è una skill che manca oggi, se vuoi imparare come perfezionarla vieni al nostro prossimo workshop “Coaching Trasformazionale” a Milano dal 4 Novembre.
Clicca qui per maggiori informazioni.

Comments(0)

Leave a Comment